Il Piano Regolatore per la Raggi è un piano per rivendersi interventi passati.

Fa comunicazione ingannevole e rinnega un lavoro non suo

Leggo da un post di Virginia Raggi che, due anni dopo l’approvazione dei Piani di localizzazione degli impianti pubblicitari, l’attuale Giunta li ha – finalmente! – ratificati. Certamente è un passo avanti, seppur tardivo, sul tema dei cartelloni pubblicitari, che si accompagna, però, con una comunicazione a dir poco ingannevole.

Dal momento che in Campidoglio abbiamo fatto un grande lavoro che Roma attendeva da venti anni, provo a rimettere in fila gli avvenimenti. A conferma di quanto è effettivamente avvenuto e di chi ci ha lavorato.

Dicembre 2013: annullata la sanatoria di 5.000 cartelloni fatta da Alemanno.

Aprile 2014: approvazione in Giunta del Prip, Piano regolatore degli impianti pubblicitari.

Luglio 2014: approvazione definitiva in Consiglio del Prip e del nuovo regolamento.

Marzo 2015: definizione dei piani di localizzazione e, a seguire, conferenza di servizi con tutte le Soprintendenze.

Ottobre 2015: approvazione in Giunta dei piani di localizzazione.

Nel Prip e nel nuovo regolamento erano contenute tutte le innovazioni tra cui il divieto di messaggi sessisti, razzisti, lesivi della dignità della persona e dei messaggi che incitano al gioco. I numeri sono quelli che oggi vengono annunciati come una grande conquista. Si stabilisce che gli impianti siano localizzati con chip e che vengano messi a gara. La mobilitazione di cittadini e associazioni ha contribuito molto ad approvare il provvedimento.

Tutti i Municipi sono stati coinvolti e hanno dato il loro fondamentale apporto. Quindi di cosa parla Virginia Raggi? Cosa ha approvato la Giunta? Ha approvato in via definitiva i piani già pronti da ottobre 2015.

Una tappa importante, certo, ma da qui a rivendicare tutto il lavoro come una conquista della sua amministrazione, è strategia.